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STORIA della BALESTRA La balestra è
un’arma da lancio costituita da un arco di legno, corno o acciaio montato su
di una calciatura (fusto) denominata teniere
e destinata al lancio di quadrelli, frecce, strali, palle o dardi. La corda
viene bloccata da un meccanismo chiamato noce.
Lo scatto avveniva tirando giù un piolo, nei modelli più antichi, o facendo
pressione su una sorta di grilletto chiamato chiave. La corda
veniva tesa grazie ad un meccanismo a gancio chiamato crocco oppure, nei modelli più sofisticati, a un martinetto. La balestra
ha una storia molto antica. Sia la Grecia che la Cina rivendicano
l’invenzione della balestra. E’ probabile che essa fu sviluppata
indipendentemente da entrambe le culture, anche se non è chiaro quale delle
due utilizzò la balestra per prima. L’uso della
balestra in Europa (famosi i balestrieri genovesi) continua ininterrottamente
dall’epoca classica fino al periodo tra l’XI ed il XVI secolo. In seguito,
venne abbandonata a favore delle armi da fuoco. E’ stata l’arma più
devastante che un singolo soldato poteva utilizzare. Infatti, ha un potere di
penetrazione tale da forare le armature dei cavalieri. La balestra
ha una fase di caricamento più lunga rispetto all’arco. Per
migliorare l’efficacia dei balestrieri in campo aperto, soprattutto in
presenza di tiratori nella parte avversaria, venne introdotto l’uso dei pavesi, grandi scudi di legno dietro
cui i balestrieri si proteggevano durante la lenta fase di ricarica. La maggior
parte delle balestre medievali avevano una potenza media di 45 chilogrammi,
ma con l’introduzione dell’arco in acciaio, furono costruite balestre in
grado di sviluppare una potenza di oltre 500 chilogrammi con una gittata
utile di oltre 450 metri. |
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Dove il passato è presente |
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Alcune
immagini sono tratteda: Petites heurs d’anne de Bretagne(Biblioteque National
Paris) |
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