I brani qui di seguito trascritti, sono tratti dalla dispensa “Notizie e Curiosità” reperibile in Fianello, rivolgendosi ad Alberto Longobardi (tel. 0765-607705 sabato e domenica).


la Sabina è coperta da sabbie, ciottoli, argille e conglomerati del pliocene -marino e lacustre- e da formazioni quaternarie.
Sul finire dell'epoca glaciale, essa era ancora occupata da un lago, del quale sono residui i laghetti di Ripa Sottile e di Cantalice.
I monti Sabini sono anch'essi formati essenzialmente da calcari mesozoici del Lias inferiore, calcari dolomitici, calcari marmosi ecc.
I rilievi montuosi della Sabina, per effetto dell'erosione esercitata dagli agenti atmosferici sui calcari, sono brulli o ricoperti da macchie basse e rade. Ruscelli e torrenti rovinosissimi hanno inciso i fianchi delle montagne, dando luogo a gole e forre selvagge.
La vegetazione è più rigogliosa sulle colline ed i poggi, che fiancheggiano le catene principali.
Alla costruzione calcarea predominante è dovuta una certa diffusione dei fenomeni carsici (cavità sotterranee e doline) e la presenza di grosse e piccole sorgenti d'acqua.

ASPETTO STORICO

I centri sabini sono per la maggior parte piccoli e compatti; con le case separate da stradine strette, mal selciate, tortuose e ripide. Le case sono costruite generalmente con grosse pietre calcaree cementate alla meglio ed hanno spesso la scala esterna che dà su una specie di veranda.

Come scrive il Toubert "A partire da un nucleo fortificato (rocca castri), l'abitato antico si è sviluppato verso il basso con una serie di anelli concentrici, che coincidono abbastanza regolarmente con le curve di livello. Spesso le case adiacenti l'una all'altra dell'ultimo anello di crescita, rivolgendo verso l'esterno la parte posteriore, in cui si aprivano rare aperture a forma di feritoia, hanno svolto il ruolo provvisorio di cinta difensiva, nell'attesa di essere superate più in basso da una nuova estensione dell'abitato. Donde quei vicoli oscuri, incastrati tra due file di case, alte ed arcigne, che sono dei veri e propri camminamenti interni di ronda, collegati tra loro da passaggi coperti e da scalinate che scendono dalla rocca, secondo le linee di massima pendenza". Quando l'Italia fu divisa in ducati, la Sabina fu in gran parte incorporata in quello di Spoleto e parte in quello romano. Con l'annessione al Regno d'Italia nel 1861, la Sabina fu unita alla provincia umbra e nel 1927 ritornò provincia autonoma, con Rieti come capoluogo.

Fianello: notizie e curiosità


La formazione del borgo di Fianello risale al periodo medievale. Le fortificazioni erano surrogate da una cintura di case addossate le une alle altre; gli abitanti delle quali andavano evidentemente a costituire l'anello più estremo dell'organizzazione sociale del borgo.
Esaminando il tessuto urbanistico di Fianello, è evidente l'estrema aderenza dell'abitato alla situazione geo-morfologica del terreno, chiaramente intenzionale, allo scopo di sfruttare nella maggior misura possibile la posizione geografica, conferente alla rocca un aspetto senza dubbio dominante nei confronti del territorio circostante.
Nei paesi a pianta allungata, come Fianello, assistiamo ad un orientamento dell'asse maggiore a volte in senso Est-Ovest, per evitare il vento di tramontana.
Il borgo è arroccato su un colle di media altezza, un centinaio di metri rispetto al fondovalle. La struttura urbanistica non presenta alcune delle smagliature assai frequenti negli abitati medievali italiani dove, man mano che la popolazione aumentava, si occupavano anche i versanti dei colli.
Il castello di Fianello compare nella documentazione dell'abbazia di Farfa agli inizi dell'anno 1000 (1036), quando Berlengario di Pietro con la moglie Bizanna, insieme alla parte delle figlie Susanna ed Erlengarda, concesse a Farfa la quota di sua pertinenza del castello di Fianello. I monaci dovettero vendere tale quota, poichè scomparve ben presto dal cartario dell'abazia e riappare nella documentazione soltanto nel 1191 soggetto alla Santa Sede, alla quale versava un censo annuo. Nel 1300 Fianello si ribellò alla Chiesa ed il suo territorio fu messo al sacco nel 1352 e per qualche tempo fu sottomesso a Tarano. Il castello di Fianello, come tale indicato nel registro del Cardinale Albornoz (1364), appartenne inizialmente ai Savelli e fu dato in dote da Onorio Savelli a sua figlia Diana, che andava sposa ad Enrico Orsini barone di Stimigliano nell'anno 1565 (secondo il Silvestrelli, invece, andò agli Orsini nel 1448); poco dopo il 1641 andò alla Camera Apostolica.

I SAVELLI

L'origine leggendaria dei Savelli o Sabelli risale ad Aventino re di Alba, capo del popolo sabino, ucciso in battaglia dopo essere venuto in aiuto di Latino re del Lazio contro Enea. Dal suo nome "Savellus" fu detto "savello" uno dei sette colli di Roma, dove fu sepolto; ma è più probabile che tale nome sia derivato dal fatto che su questo colle sorgeva il palazzo di Onorio III, uno dei sei Papi di casa Savelli.
Sembra, comunque, che i Savelli -come scrive il Tomassetti- furono uno dei rami latini dell'antichissima famiglia dei Crescenzi, che dominarono parte del Lazio e della Sabina dal secolo IX all'XI.
La famiglia Savelli fu generalmente di parte guelfa, ma spesso parteggiò anche per il pavone imperiale e fu alleata degli Orsini contro i Colonna. Numerosi furono i matrimoni fra i Savelli e gli Orsini.

GLI ORSINI

Sono tra le più antiche ed illustri famiglie romane. Alcuni pensano che derivino dalla casa reale di Francia; altri pensano che siano di origine tedesca e principesca, fin dal 431 d. C., per privilegio dell'imperatore Teodosio. Furono una famiglia guelfa, costretta nell'XI secolo, in conseguenza delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, ad esulare da Roma. Parte si rifugiò in Francia, altri andarono in Germania, ove presero il nome di Orsini-Rosemberg.
Le loro monete testimoniano il loro legame con il Papato e la Francia.
Dal secolo XII al XVI, gli Orsini esercitarono la loro signoria su moltissime borgate della Sabina, quasi sempre a titolo di vicariato o di giurisdizione feudale, perchè la Chiesa fu sempre gelosa di custodire integra la sua sovranità sul "patrimonium sabinense".
Tutta la storia degli Orsini è una storia di guerriglie e di prede, ma anche di matrimoni, che li hanno portati ad imparentarsi con nobili famiglie e con case regnanti.


Gli architetti che possono aver influenzato la configurazione attuale del palazzo sono il Sangallo ed il suo allievo Guidetti.
Le due facciate hanno matrici nettamente diverse, ma accumunate da un'interpretazione provinciale.
Nella facciata sud, che è più antica nell'impaginazione ed ottenuta dalla fusione di più nuclei a schiera, si sente l'influenza del Sangallo. Della prima fase di costruzione della facciata sono le decorazioni in pietra delle finestre, mentre più tarde le decorazioni in stucco rappresentanti i diavoli.
La facciata ad est è probabilmente contemporanea o di poco successiva a quella a nord ed è databile verso la fine del 1400.
Dopo che il palazzo passò agli Orsini, fu costruita l'attuale facciata sulla piazza verso la fine del 1500; fu ricostruita la chiesa di S. Giovanni Battista (1571) e fu definita la configurazione attuale della piazza, ciò proprio per la volontà degli Orsini di testimoniare la loro potenza.

STATUE - CHIESA - FORNO

TERRITORIO